'stocazzo [continuo a viverla bene 'sta cosa, non c'è che dire].
non solo.
quando poi son finito là dentro ho capito che l'istintuale possibilità di intuire le vaibrescion, buone o cattive fossero, mi riusciva più che discretamente bene. scoprendo - vantaggiosamente - quanto mi fosse ben più utile che conoscere il java o il dotnet.
oggi, a suo modo, è una giornata che mi ricorda una cosa importante. oltre al compleanno della mia cummmmmmmmmmà dico. che precise vaibrescion le percepisco quando incrocio donne per cui andrò a perdere la testa. capiamoci: perder la testa nel contesto attuale, quello in cui ormai la nevrosi controllatoria ha occupato le praterie interiori. [parentesi: non è più quella cosa da adolescenzial-gioventù, quando credevo che la mia felicità et realizzazione non potesse che passare per l'incasellamento nei paradigmi sociali del metter su famiglia e riprodurmi. non c'è nulla di sbagliato nell'incasellamento in sé, figurarsi. è stato l'effetto combinato disposto con i passaggi di anni importanti, ed il contesto smezza le carte/ridai le carte, che mi ha eiettato fuori, sppppooiiioonnnn, sparandomi lontano. e difatti son qui, con qualche bozzo, fuori quell'incasellamento. ma 'sticazzi. non è più nemmeno un grande problema.].
quelle vaibrescion mi sono capitate due volte negli ultimi dieci anni. per cui ho vividissimo in testa il momento preciso, il dove e il come, la luce che c'era. roba che son bastati pochissimi secondi.
vero, bisognerebbe metter sul piatto quanti più dettagli:
- sono consapevolezze ex-post. l'ho capito dopo che quelle intuizioni vaibrescionnnesche si erano rivelate azzeccate. sarebbe scaltro farne tesoro. quando succede, è probabile che quelle vaibrescion significhino quella roba lì. anche se la cosa può mettermi un po' d'impaura;
- sono situazioni non punzonate dal principio di realtà e dalla quotianidtà del calzino: son rimaste storie non vissute, con tutto il fascino dell'idealizzazione che non è mai passata attraverso il tritacarne della ferialità. non c'è bacio più bello di quel primo che devi ancora dare. non è capitato di svegliarsi accanto a costei con gli occhi cisposi, l'alito pesante e l'incazzo di aver dormito ha dormito male ed il mal di testa ['stasera scordati di scopare];
- sono anche mancati gli elementi positivi della fase dopaminica: la cosa più erotica capitata è stata appoggiare - senza malizia e con il permesso - una mano sul seno, acciocché si capisse ci fosse qualcosa là sotto;
- è capitato, altresì, si delineassero nemmeno troppo lontani i rischi di zerbinamento e/o le propaggini meno pericolose dell'umore rimasto appeso ad una banale risposta che tardava ad arrivare, dopo una banalissima suggestione, tentativo di tenere aperto un contatto benché minimo. o la sensazione mi fossero rivolti scartine di tempo e di attenzione.
questo, tutto sommato, mi fa ben sperare. sono ragionevolmente convinto che se succederà di nuovo, ne avrò la vaibresssscionnnistica contezza. e sottolineo il se. che però volgerei in maniera costruttiva, per due semplicissime ragioni:
- il fatto non sia scontato non è [più] un gran problema. davvero. se non sarà, ogni tanto, forse capiterà di sentire in bocca il vago sapore agrodolce della malinconica mancanza. mica lo nego. mi terrò quella sensazione e la farò svaporare, trattandola comunque come qualcosa di prezioso;
- il fatto non accada non significa non possa pigliarmi, qui ed ora qualora venissero, tutte le altre stille che si possono incrociare nel divenire. a volte con intensità. a volte con meno slancio. [anche perché, ad esempio, fare allllaammmmmore mi piace assaje, per quanto è probabile non sia tecnicamente una punta di diamante imperitura. ma sticazzi. ce la si gode veriegatamente. basta chiarir le cose da subito.]. certo son cose diverse. ma tutte sono importanti. preziose a loro modo.
insomma.
cose così.
però, non ostante tutto, è una piccola certezza. quando saremo nel dopo. che sarà complicato pure quello. ma almeno accantoniamoci da parte quelle piccole cose conquistate [solo per rispetto alla fatica è costata conquistarsele]
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